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Quella appena trascorsa è stata una settimana a tratti relativamente volatile, ma che si conclude con livelli degli indici azionari sostanzialmente invariati.
Nel mese di aprile sono stati gli indici USA a ritrovare lo smalto, mentre l’Italia ha perso lo slancio che era seguito alla nomina di Draghi. In Europa è ora il CAC 40 il migliore dei maggiori indici.

Rialzo della tassazione dei capital gain negli USA
La diffusione della notizia sull’introduzione di nuove aliquote per la tassazione del capital gain proposte da Biden ha causato una certa pressione sugli indici.
Si tratta apparentemente di un aumento molto considerevole per i redditi superiori a 1 milione di dollari che porterà la tassazione dall’attuale 20% al 39.6%. Questo incremento, sommato ad una tassa sul reddito da investimenti precedentemente introdotta per finanziare l’Obamacare, porterà la tassazione totale al 43.4%.
Non si tratterebbe di una novità assoluta, perché l’intenzione di ridurre il divario tra la tassazione delle rendite finanziarie e quella del lavoro era già nei punti programmatici di Biden. In questo momento la tassazione sui capital gain ha un’aliquota massima del 20% (per investimenti detenuti più di un anno) ed è quindi considerevolmente inferiore alla tassazione dei redditi da lavoro.
Ciò che si teme è un anticipo della liquidazione di quegli asset che si sono maggiormente apprezzati nell’ultimo periodo per sfuggire all’aumento delle aliquote. L’incremento della tassazione sui capital gain si unisce ad altre due misure sul fronte fiscale:
- L’aumento della tassazione per i redditi sopra i 400 mila dollari
- L’aumento dell’aliquota per i corporates dal 21% al 28%
Non si tratta evidentemente di misure gradite ai mercati; tuttavia, la reazione per adesso sembra essere contenuta in quanto gli investitori si attendono che la maggioranza risicata dei democratici al Senato possa condurre, come spesso accade, ad una sorta di compromesso al ribasso.
Dati economici sopra le attese
Continuano intanto ad uscire negli Stati Uniti dati economici sopra le attese (riduzione delle richieste di sussidi di disoccupazione, vendite di nuove case e PMI ampiamente sopra le attese) senza che questo provochi per il momento una pressione al rialzo sui rendimenti.
Questo si riscontra anche dall’andamento delle trimestrali, in cui circa l’80% delle società ha riportato dati economici sopra le attese, senza far segnare un deciso incremento dei corsi azionari. Sembra che i prezzi scontino già aspettative di utili molto positive dovute alle previsioni sulle riaperture e che quindi siano necessari dati estremamente forti per vedere ulteriori incrementi.
Si mantiene sui massimi anche l’ottimismo degli investitori privati statunitensi.

Quest’ultimo è un indicatore calcolato dall’Associazione americana degli investitori non istituzionali e mostra la percentuale di investitori che sono positivi, neutrali e negativi verso i mercati azionari nei prossimi sei mesi. Come potete vedere l’indicatore è ampiamente sopra la media storica, indicando che i prezzi si stanno surriscaldando. Questo non vuol dire che sia arrivato il momento di vendere tutte le azioni che abbiamo in portafoglio: storicamente abbiamo assistito a sentiment positivi per lunghi periodi, ma dovrebbe trasmetterci la consapevolezza di operare con estrema cautela, magari scaglionando gli ingressi degli asset più rischiosi o semplicemente ribilanciare l’asset allocation.
Bitcoin sotto pressione
Bitcoin in flessione questa settimana fino a 48.000 dollari dopo aver superato 64.000 pochi giorni fa. Questo può essere dovuto a due ordini di fattori:
- il ridimensionamento dell’ondata di entusiasmo seguito alla quotazione di Coinbase;
- il fatto che gli asset che sono saliti di più nell’ultimo periodo potrebbero essere soggetti a realizzi per evitare un eventuale aumento della tassazione sui capital gain.
Questo secondo aspetto potrebbe essere da tenere in considerazione anche per altri asset. Laddove i guadagni percentuali nell’ultimo periodo sono maggiori, è possibile che qualcuno possa pensare al realizzo per evitare l’aumento della tassazione.